Giacomo PUCCINI - Complete Organ Works - Paolo Bottini (2 c.d. «Da Vinci Classics»)

Giacomo PUCCINI

Complete Organ Works

Paolo Bottini

2 c.d. «Da Vinci Classics» (gen. 2024)

 

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Giacomo PUCCINI

Complete Organ Works

Paolo Bottini, organo

2 c.d. «Da Vinci Classics» (gen. 2024)

 


 

Ho suonato - e suonerò - in concerto

le musiche originali per ORGANO di Giacomo PUCCINI:

 

27 ottobre 2023, Lugo di Ravenna, festival "Rossini open" a cura del Teatro Rossini

28 aprile 2024, Duomo di Casalmaggiore, nella II. rassegna "Primavera Organistica Cremonese" 

7 maggio 2024, Siena, nell'ambito della rassegna "Musica Senensis"

6 agosto 2024, Pieve di Santo Stefano di Cadore (BL) nella XXXI rassegna "Organi Storici in Cadore" 

28 settembre 2024, Lallio (BG), rassegna concertistica "Box Organi" (a cura di Alessandro Bottelli)

13 ottobre 2024, Duomo di Guastalla (RE), nella XXII rassegna "Musica intorno al Fiume" 

16 novembre 2024, Milano, Pontificio Istituto Ambrosiano di Musica Sacra, giornata di studio su Puccini

29 novembre 2024, Concattedrale di S. Giovanni Battista in La Valletta (Malta) nel festival pucciniano a cura dell'Associazione Maltese Circoli Bandistici

22 dicembre 2024, Agugliaro (VI), nel XXVII Festival Concertistico Internazionale di Vicenza / Organi storici del vicentino - un patrimonio da ascoltare

 

 


 

 

«Suonare l’organo? sì, con quella mano agile che mi rimpasto!»:

Giacomo Puccini organista

di Paolo Bottini

 

La presente registrazione raccoglie per la prima volta1 l'integrale delle composizioni originali per organo di Giacomo Puccini (Lucca, 22 dicembre 1858 – Bruxelles, 29 novembre 1924) raccolte e pubblicate nel 2017, a cura di Virgilio Bernardoni, nel volume II/2.1 della Edizione Nazionale delle Opere di Giacomo Puccini (Carus-Verlag 56.003).

 

Si deve all'impegno musicologico del Centro Studi Giacomo Puccini di Lucca se tra il 2015 e il 2017 è tornata alla luce buona parte di queste composizioni per organo, nel frattempo sparpagliate in collezioni diverse: si tratta complessivamente di 57 pezzi composti tra il 1870 e il 1880 circa, all'epoca in cui il giovane studente di musica prestava servizio liturgico in qualità di organista a Lucca e in paesi limitrofi. 

 

Se il ventiduenne Giacomo non si fosse trasferito a Milano per completare gli studi, probabilmente la sua fama non avrebbe travalicato i confini lucchesi, contribuendo ad incrementare la stirpe dei Puccini organisti e maestri di cappella in Lucca (il padre Michele fu organista del Duomo di San Martino fino alla prematura scomparsa nel gennaio del 1864, ma già il trisavolo Giacomo senior occupava il medesimo posto dal 1740), avendo egli studiato, tra l'altro, organo presso l'istituto musicale “Pacini” di Lucca dal 1873 al 1877 (ove si distinse pure con l'assegnazione di un primo premio nel settembre del 1875), ma sicuramente organista liturgico di mestiere se già all'inizio del 1873 era in grado di sostituire lo zio Fortunato Magi nella chiesa di San Girolamo, attività questa che svolse, regolarmente stipendiato, fino alla fine del 1882, non solo, ma fin dai primi anni Settanta l'adolescente Puccini suonava l'organo durante i mesi estivi a Mutigliano, piccola frazione a 6 chilometri a nord di Lucca. La madre stessa, Albina Magi, intervenne più volte presso la Fabbriceria della Cattedrale di Lucca affinché il promettente organista, ormai «abilissimo a disimpegnare l’ufficio» (così Carlo Marsili, direttore dell'Istituto Pacini), venisse finalmente assunto quale titolare... Ma in Duomo Puccini non svolse altro che incarichi occasionali in qualità di organista supplente, in quanto considerato non ancora maturo per ricoprire stabilmente un ruolo che presupponeva anche competenze in materia di composizione, fino a quando, dopo il 1883, veniva chiaro al giovane musicista stesso, ormai residente a Milano, che la carriera musicale poteva aprirgli migliori opportunità di lavoro grazie alla musica orchestrale ma soprattutto operistica, benché anche lassù non ritenne inutile prender altre lezioni d'organo private.

 

Venendo alle composizioni comprese in questa produzione discografica, è fuor di dubbio che brani come i versetti abbiano esclusiva applicazione liturgica (concepiti per la pratica dell'alternanza tra coro e organo nelle parti dell'Ordinario della Messa e negli inni e Magnificat dei Vespri) assieme ad altri brani esplicitamente destinati ad accompagnare l'Offertorio, l'Elevazione e il Postcommunio, ma non vi sono testimonianze precise sulla destinazione effettiva di diverse composizioni (come quelle, senza titolo, nelle tracce 30 e 31 del c.d. n. 2) che, scritte per uso proprio o altrui, potrebbero essere semplici esercizi di stile o exempla didattici più che creazioni destinate al precipuo uso liturgico, dato anche il fatto che per il disbrigo degli uffici l'organista di chiesa, come da secolare tradizione, si affidava alla ben radicata pratica della creazione estemporanea. 

 

Dunque la genesi di questi pezzi scaturisce dal decennio di regolare attività di organista liturgico di Giacomo Puccini, nonché dalle lezioni da egli impartite tra il 1874 e il 1878 a tal Carlo Della Nina (1855-1918), di professione sarto, che svolgeva servizio d'organista presso la chiesa di San Giusto in Porcari, tutte attività nelle quali l'ormai famoso compositore d'opere liriche si giudicava non particolarmente eccellente: «Pensa cosa avrei potuto fare io se non indovinavo il Terno al Lotto delle mie opere! non ero buono a nulla altro. – insegnare? che cosa? – o se non so nulla, io – suonare l’organo? sì, con quella mano agile che mi rimpasto! maestro di banda? Avrebbero finito per suonarmi il tamburo sulla pancia, con quella autorità che ho». (Puccini a Carlo Paladini, 26/11/1920).

 

Nella sua carriera di organista a Lucca e dintorni il giovane Puccini aveva a disposizione strumenti tipici di scuola toscana: basati su un Principale di 8 piedi, con unica tastiera di 45 tasti e prima ottava corta, piccola pedaliera a leggìo che comandava non più di dodici canne di Contrabassi di 16 piedi, con pochi registri “da concerto” (Cornetto, Trombe); tuttavia questi brani – brillanti e tutt'altro che castigati, per niente influenzati da quella «ricerca estetico-religiosa di uno stile liturgico acconcio, già in atto al tempo dei primissimi esordi pucciniani, e poi incentivata con intransigente esclusivismo religioso nell’ultimo quarto del secolo dal “movimento ceciliano”» (Bernardoni) – recando vivide tracce del coevo gusto teatrale, ben si prestano ad essere “concertati” anche su organi di più ampia mole, come quelli (veramente sontuosi), appartenenti alla scuola organaria lombarda ottocentesca, che si possono ascoltare nella presente incisione.2

 

Ancora Virgilio Bernardoni ci fa notare che «a fronte della dispersione nelle mani di organisti di paese di un numero così elevato di manoscritti, è singolare – e per quel che se ne sa inspiegabile – il fatto che Puccini abbia conservato per sé il manoscritto dell’unica Pastorale attestata [quella dal curioso titolo di Pastorella gravida] e quelli di composizioni che opportunamente ordinate potrebbero formare una Messa per organo completa [come in questa edizione discografica si è pensato appunto di realizzare nel c.d. n. 2], con le serie di Versetti per il Kyrie (i numeri 48-51) e il Gloria (i numeri 52-55) e i brani liberi per Offertorio (n. 46), Elevazione (n. 56) e Postcommunio (n. 47). Non è neppure da escludere l’ipotesi che si tratti di lavori che egli scrisse durante il periodo di studio a Milano. […] Fra i brani della Messa, i Versetti [sono caratterizzati dal] gusto della varia combinazione di un numero limitato di caratteri musicali, però con l’incremento della retorica introduttiva nel n. 48, l’innovazione di una cantabilità austera nel Tempo di Fuga n. 49, la fresca miniatura in ritmo di polacca nel n. 54 e il florilegio di motivi sincopati nei numeri 50 e 51. Le Sonate libere3, invece, sono fra i brani di maggiore impegno compositivo di tutto il repertorio pucciniano. Un impegno che nell’Offertorio si qualifica per l’estensione e che nell’Elevazione, invece, stupisce per l’intensità espressiva: sotto questo punto di vista, infatti, il quasi recitativo strumentale delle prime 29 misure dell’Elevazione segna un vertice della creatività del primo Puccini». 

 

Al lettore desideroso di conoscere approfonditamente il Puccini organista e il mondo organistico da egli frequentato con assiduità per un decennio del periodo della sua formazione musicale, suggerisco di leggere il volume Giacomo Puccini organista / Il contesto e le musiche a cura di Fabrizio Guidotti uscito nel 2017 per i tipi di Olschki in cui, oltre ai saggi di Aldo Berti, Gabriella Biagi Ravenni e dello stesso Guidotti, è ospitato quello di Luigi Ferdinando Tagliavini su Giacomo Puccini e l'organo.

 

1Due precedenti differenti edizioni discografiche comprendevano, completandosi esattamente a vicenda, l'intero corpus: G. Puccini, Organ Works, L. Tamminga, Passacaille PAS1029 (2017); G. Puccini, Composizioni per organo, P. Bottini, ELECLA 23095 (2023).

3Tracce 1-19, 25 del c.d. n. 1; Offertorio, Elevazione, Postcommunio nel c.d. n. 2.

 

  

 

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Giacomo Puccini

Complete Organ Works

Paolo Bottini, organo

2 c.d. «Da Vinci Classics» (gen. 2024) 

 

 

c.d. 1: organo “Vegezzi-Bossi” (1855) della chiesa parrocchiale di Pavone Canavese (TO)

1 [Sonata] n. 1 in sol maggiore [sul tema di un'aria da Rigoletto di G. Verdi] [1]

2 [Sonata] n. 2 in sol maggiore [2]

3 [Sonata] n. 3 in sol maggiore Senza pedali 3[]

4 [Sonata] n. 4 in re maggiore [Marcia] [4]

5 [Sonata] n. 5 in re minore [5]

6 [Sonata] n. 6 in sol maggiore Maestoso [6]

7 [Sonata] n. 7 in sol maggiore Largo [7]

8 [Sonata] n. 8 in re maggiore [Marcia e] Tempo di Valzer [8]

9 [Sonata] n. 9 in re maggiore [9]

10 [Sonata] n. 10 in sol maggiore [10]

11 [Sonata] n. 11 in sol maggiore [11]

12 [Sonata] n. 12 in sol maggiore Senza pedali [12]

13 [Sonata] n. 13 in sol maggiore (senza indicazione di tempo; Più prestoAdagio) [13]

14 [Sonata] n. 14 in la maggiore Tempo di Valzer però un poco meno [14]

15 [Sonata] n. 15 in sol maggiore [15]

16 [Sonata] n. 16 in sol maggiore Allegro [16]

17 [Sonata] n. 17 in re maggiore [con Pedali obbligati] [17]

18 [Sonata] n. 18 in sol maggiore Marcia [18]

19 [Sonata] n. 21 in do maggiore Marcia [21]

20 Versetto in Mi minore Allegro [22]

21 Versetto in Sol maggiore n. 3 Allegretto [23]

22 Versetto in Sol maggiore n. 4 Allegro [24]

23 Versetto in La maggiore n. 2 [25]

24 Versetto in La maggiore n. 3 Maestoso [26]

25 Marcia per organo in re maggiore [45]

Nota bene: i numeri tra parentesi quadra si riferiscono all'ordine dei brani così come pubblicati nel volume II/2.1 della Edizione Nazionale delle Opere di Giacomo Puccini (Carus-Verlag 56.003) a cura di Virgilio Bernardoni

 

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Giacomo Puccini

Complete Organ Works

Paolo Bottini, organo

2 c.d. «Da Vinci Classics» (gen. 2024)

 

c.d. 2: organo “Bossi/Giani” (1862/2010) del Duomo di S. Stefano in Casalmaggiore (CR)

Kyrie in Re maggiore: 

1 Introduzione [48]

2 Versetto n. 1, Tempo di Fuga [49]

3 Versetto n. 2, Allegro [50]

4 Versetto n. 3 [senza indicazione di tempo] [51]

Gloria in La minore:

5 Introduzione, Allegro [52]

6 Versetto n. 2, Allegro [53]

7 Versetto n. 3, Pollacca [54]

8 Versetto n. 4, [senza indicazione di tempo] [55]

9 Offertorio [46]

10 Elevazione per organo [56]

11 Postcomunio [47]

Sei versetti in Fa maggiore:

12 Versetto n. 1, Maestoso [27]

13 Versetto n. 2, Andante [28]

14 Versetto n. 3, Moderato [29]

15 Versetto n. 4, Allegro brillante [30]

16 Versetto n. 5, Andante mosso [31]

17 Versetto n. 6, Allegro con moto [32]

Sei versetti in Mi minore:

18 Versetto n. 1, Allegro [33]

19 Versetto n. 2, Allegretto [34]

20 Versetto n. 3, Moderato [35]

21 Versetto n. 4, Andante mosso [36]

22 Versetto n. 5, Allegro maestoso [37]

23 Versetto n. 6, Allegro [38]

Sei versetti in La minore: 

24 Versetto n. 1, Moderato [39]

25 Versetto n. 2, Moderato [40]

26 Versetto n. 3, Allegro [41]

27 Versetto n. 4, Allegretto [42]

28 Versetto n. 5, Andantino [43]

29 Versetto n. 6, Allegro [44]

30 Allegro vivace [19]

31 Allegro [20]

32 Pastorella gravida [57]

Nota bene: i numeri tra parentesi quadra si riferiscono all'ordine dei brani così come pubblicati nel volume II/2.1 della Edizione Nazionale delle Opere di Giacomo Puccini (Carus-Verlag 56.003) a cura di Virgilio Bernardoni.

 


 

RECENSIONI del doppio c.d. "Giacomo Puccini / Complete Organ Works / Paolo Bottini"

 

Recensione di Andrea Bedetti su MusicVoice.it

Presentazione di Francesco Ermini Polacci nella trasmissione radiofonica "Novità in compact" su «Rete Toscana Classica», 4 apr. 2024

 

Claudio LISTANTI su «AboutArtOnline», 3 marzo 2024«[...] Questo nuovo cd, Giacomo Puccini. Complete Organ Works, risulta essere pubblicazione, in un certo senso, essenziale per avere una conoscenza più completa di Puccini, della sua arte, dei rapporti con il suo tempo e con l’ambiente nel quale iniziarono a maturare la sua esperienza di musicista e il suo stile [...] Nel complesso l’ascolto di questi brani organistici ci presenta un Puccini senza dubbio giovane e, per certi versi ancora acerbo, ma innegabilmente orientato verso lo stile operistico [...]. Nel complesso evidente è l’ispirazione ai capolavori operistici della prima metà dell‘800 [...]. I 57 brani sono eseguiti dall’organista cremonese Paolo Bottini, strumentista di provata esperienza esecutiva per questo strumento che [...] si è messo in evidenza con numerose registrazioni discografiche di brani organistici di compositori ottocenteschi come Verdi, Ponchielli ma anche storici specialisti dello strumento come Gaetano Valeri e Vincenzo Petrali. Un bagaglio musicale, quindi, che consente a Bottini di essere interprete ideale per questo repertorio. Dei 57 brani solo per alcuni è possibile stabilire la finalità per la quale sono stati composti ma, quasi sempre, per motivi di carattere religioso-liturgico; per gli altri, molti possono essere considerati studi o comunque scritti per scopi didattici. Bottini, grazie anche all’analisi compiuta da Virgilio Bernardoni, li ha raggruppati in modo da costruire ipotetiche strutture ma di comuni finalità espressive. [...] Altra notazione importante è quella relativa agli organi utilizzati per questa registrazione. Come dichiarato dallo stesso Paolo Bottini queste composizioni organistiche furo scritte da Puccini per strumenti tipici della scuola toscana esistenti all’epoca in quel territorio. Ma la caratteristica di questi brani è quella di possedere elementi di chiara derivazione di stile ‘teatrale’ e quindi adatte ad organi più grandi. Ha scelto quindi di utilizzare organi della scuola organaria lombarda del XIX secolo. [...]. Un Cd, in definitiva, molto importante per approfondire l’arte musicale pucciniana soprattutto per le origini e la formazione del musicista il cui ascolto può essere stimolante per l’approfondimento dell’inusuale rapporto, almeno fino ad oggi, di Puccini con l’organo per essere elemento di arricchimento anche per le discoteche più fornite. [...]»

 

Lorenzo TOZZI su «Musica» 356, maggio 2024, p. 114: «[...] Le composizioni qui proposte dovevano, oltre che a fine di esercizio compositivo, di certo accompagnare la funzione liturgica dei Vespri e della Messa (Offertorio, Elevazione e Postcommunio). La galleria è quanto mai ampia perché si passa da un pezzo sul tema del Rigoletto di Verdi, a marce, valzer, tempi da fuga, polacca e addirittura ad una stravagante Pastorella gravida (sic!). La scrittura è spesso sempliciotta sia formalmente che armonicamente, mentre piu interessante sembra la ricerca coloristica e la prorompente vena melodica. Una curiosità, insomma, che poco rivela in verità del futuro genio pucciniano, ma ne svela le origini e l'apprendistato. Bottini esegue con perizia e passione queste brevi e poco sostanziose pagine. Una curiosità che tuttavia suscita interesse per poter toccare con mano dove affondano le radici di un genio tuttavia non ancora sbocciato».